mercoledì 3 febbraio 2016

Don Giovanni Panarotto

A 900 metri di altitudine con la costa adriatica di fronte e il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona Campigna alle spalle, Spinello è un piccolo paesino di montagna del Comune di Santa Sofia.

E’ qui che sono nato, è qui che ho vissuto, è qui che tornerò quando il Padre mi chiamerà alla sua Casa.

17 settembre 1989: non ricordo neanche lontanamente quella data, o meglio è una data qualunque.
Però per Spinello è stato un giorno importante. Era da tre anni senza parroco: Don Franco era tornato al suo paese di origine, Belforte all’Isauro e la nostra piccola comunità era rimasta con il parroco “volante”!!
In questo giorno è entrato ufficialmente in parrocchia Don Giovanni. Un prete italo-belga con una lunga storia alle spalle: un duro lavoro in miniera, missionario in Paraguay per molto tempo, rientrato solo perché malato.


E’ stato un parroco diverso da quelli a cui siamo normalmente abituati, lo potete vedere anche nella foto del ricordino: non ha mai guardato all’estetica ma all’essenziale. Padre Casimiro, lo zio di mio babbo,  riassume in poche parole il carattere e il modo di fare di don Giovanni: “10 agosto 1990 ore 19. Sul sagrato della chiesta incontro don Giovanni, l’attuale parroco: mi investe il fragore di una cascata, un fiume di parole e un abbraccio che non finisce mai. In chiesa, in sacrestia, un esercito di chitarre mi parla di un cantore, di un giullare di Dio. Oh!! Vibrino armoniche corde su queste belle alture di Spinello, per accompagnare i canti di tanta gioventù, ispirata agli ideali della bontà e della fede.”.

E don Giovanni era proprio così: un vero e proprio “giullare” capace di attirare tutti i giovani di Spinello, con chitarre e flauti, con canti e grida di gioia.


Assieme a lui, sua sorella Suor Maria: una suorina piccola e minuta ma con una gran forza, considerata l’angelo custode dei bambini di Spinello. Con la collaborazione delle mamme di Spinello, era riuscita a creare un’esperienza di asilo intelligente ed originale, all’interno della struttura parrocchiale.

In quel periodo io avevo 18-20 anni, un’età in cui spesso, purtroppo, ci si allontana dalla Chiesa perchè “ohhh…tutte le domeniche a Messa!!”, “Ohhh…il sabato vado a giocare a calcio!!”…ecc...ecc...ecc…

Fortunatamente pur andando il venerdi e il sabato in discoteca, e pur rientrando a orari notturni improbabili, mi alzavo la domenica mattina e andavo a Messa…e ho avuto la fortuna di conoscere le Omelie del Don. Erano fatte dal basso: lui scendeva dagli scalini su cui stava l’Altare e si metteva proprio alla nostra altezza. E, se succedeva qualcosa di contrario a quello indicato dalla Chiesa, lui, lo diceva subito in Omelia.

Parlava anche di politica: ricordo che con l’avvento di Berlusconi e di Forza Italia, andò su tutte le furie, indicando proprio in Chiesa a tutti di non votarlo perchè contrario all’etica cristiana. Quando vedeva qualcosa che poteva far del male alla sua gente, Don Giovanni non guardava in faccia a nessuno.

Era vicino alla gente, agli anziani come si giovani, ai malati. Proprio per questi ultimi aveva creato una stazione radio tutta sua, per fare in modo che tutti recitassero il Rosario!!!

Era uno dal cuore generoso e gioioso, capace di aiutare i piccoli e i bisognosi. Il denaro per lui era nulla: quello che prendeva, dava.

Nel 1996 organizzò il Pellegrinaggio dei Giovani all’Incontro Europeo della Gioventù col Papa a Loreto.

Nel 2000 organizzò il Pellegrinaggio dei Giovani all’Incontro Mondiale della Gioventù col Papa a Tor Vergata (Roma).

In entrambi i casi nessuno dei giovani partecipanti dovette sborsare una lira: si fece carico di tutte le spese lui stesso. Si capiva che veniva da un altro mondo…dal mondo missionario!!!
In molti non lo hanno capito. 
Le persone migliori , spesso, si apprezzano quando non ci sono più!!!


Grazie Don Giovanni per essere stato nella nostra comunità.

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