giovedì 21 gennaio 2016

La Preghiera di Ringraziamento

Piccola prefazione: mi scuso per il post eccessivamente lungo ma non potevo tagliare la storia!!!

A volte riesce difficile la Preghiera di Ringraziamento: è molto più semplice pregare per chiedere qualcosa a Dio.

E in molti non capiscono neanche cosa voglia dire ringraziare Dio".

Generalmente si ringrazia Dio per una cosa buona: grazie Signore perché ho un bel lavoro...Grazie Signore perché avevo il mal di testa da una settimana e adesso non l'ho più...grazie Signore perché mio figlio è stato promosso... ecc...ecc...

Ma ringraziare Dio è molto di più...

Siamo nel maggio 1940, quando l'Olanda viene invasa.
La famiglia Ten Boom è una famiglia di orologiai olandese, costituita ormai dal vecchio padre e dalle due sorelle Betsie e Corrie: è una delle famiglie protestanti dove la vita di carità è tutto. 
Corrie Ten Boom

Quando la Germania inizia la caccia all’ebreo, i Ten Boom aiutano i perseguitati ebrei. Giungono ad avere in quelle strette camere nascoste fino a nove rifugiati che mantengono, difendono, aiutano a rischio della vita.

Ma un traditore li vende. Sono tutti arrestati, è il 28 febbraio 1944.
Sopra un autocarro che li porta in prigione, un ufficiale grida: “Vecchio, potrai morire nel tuo letto se mi dai parola di saperti comportare bene”.
Ma il vecchio padre rispose in tutta tranquillità: “Se vado a casa oggi, domani aprirò nuovamente la mia porta a chiunque bussi in cerca di aiuto”. Morirá in prigionia.

Betsie e Corrie sono deportate nel lager femminile di Ravensbruck, in Germania: 35000 donne di tutte le nazioni, ne muoiono 500 al giorno ...
Vengono ammassate sotto un’enorme tenda, aperta ai lati, dove c’è della paglia putrida, piena di pidocchi.
Dopo tre giorni suona una sirena: tutto ciò che portano addosso deve essere consegnato alle sentinelle poi, procedendo più avanti, ognuna deve mettersi nuda e passare sotto la doccia fredda; di là viene consegnato a ognuna un sottile vestito da prigioniera e un paio di scarpe. Corrie e Betsie hanno un solo pensiero: come salveranno la loro Bibbia? È la loro unica ricchezza. Per tutta la prigionia è stata la loro forza e la forza delle loro compagne di sventura.
Corrie pregò così: “Signore, tu ci hai dato questo libro prezioso, l’hai tenuto nascosto a tanti controlli e a tante ispezioni, l’hai usato per salvare tante prigioniere dalla disperazione, salvalo ancora questa volta”. La Bibbia può trovare un nascondiglio sotto delle vecchie panche e miracolosamente si salva. “Ci avevano spogliate di tutto ma noi ci sentivamo molto ricche. Avevamo salvato la Bibbia... Dal mattino fino a quando spegnevano le luci, quando non eravamo a lavorare o in fila per gli appelli, la nostra Bibbia era il centro di un cerchio che si ingrandiva sempre di più per dare a tutti aiuto e speranza. Noi eravamo come naufraghi intorno ad un fuoco, e scaldavamo il cuore con la Parola di Dio. Qualche volta tiravo fuori la Bibbia dal suo piccolo sacco e le mani mi tremavano, tanto era grande il mistero di quel libro. Le sue parole mi sembravano nuove, come se fossero state scritte da poco. Qualche volta mi meravigliavo persino che l’inchiostro fosse già asciutto. Ho sempre creduto alla Parola di Dio, ma la fede di allora non aveva confronti con la fede di prima o di adesso”.

La destinazione alla baracca 28 è un inferno. Le finestre sono coperte da stracci, la paglia marcia manda una puzza orribile. È una baracca capace di 400 persone, ma vi sono ammassate 1400 donne.

I letti sono costituiti da sporchi tavolati a tre piani: un piano è così basso rispetto all’altro che non si può star seduti, bisogna infilarsi strisciando; ogni tavolato è per quattro persone, ma vi sono alloggiate nove carcerate. Corrie bisbiglia a Betsie: “È tutto un vortice di pulci!”. Ma Betsie non sente, prega. Dice sottovoce così: “Signore, mostraci, mostraci come dobbiamo fare per resistere”.
“Corrie - dice alla fine Betsie - Lui ci ha dato già la risposta. Ce l’aveva data prima che chiedessimo, come sempre. È nella pagina della Bibbia che abbiamo letto stamattina. Tira fuori la Bibbia, rileggi!”. Corrie racconta: “Guardai che nessuna sentinella vedesse, poi tirai fuori la Bibbia dalla sacchetta. Era nella 1aLettera ai Tessalonicesi: “Confortate chi ha paura, aiutate il debole, siate pazienti con tutti. Guardate che nessuno di voi ripaghi il male con il male, ma cercate sempre di fare il bene vicendevolmente”. Sembrava scritto per il campo di sterminio di Ravensbruck. Ma Betsie disse: “Va’ avanti, c’è altro ancora”. “Siate lieti sempre, pregate continuamente, ringraziate in ogni circostanza: perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù”. “Ecco – disse Betsie – ringraziare in ogni circostanza! Questo è quello che possiamo fare. Noi possiamo cominciare subito a ringraziare per ogni singola cosa della nostra baracca”. Io la guardai, poi guardai intorno allo stanzone buio e soffocante. “Come?” chiesi io. “Prima di tutto che siamo messe insieme e non siamo divise”. Mi morsicai le labbra e dissi: “Oh sì, Signore Gesù!”. “Poi ringrazia di quello che tieni in mano”. Io guardai alla mia Bibbia: “Si, grazie Signore che non c’è stata nessuna ispezione prima di entrare qui dentro. Grazie per tutte le donne che qui in questa baracca incontreranno Te attraverso queste pagine”. “Si - aggiunse Betsie - ti ringrazio Signore per l’affollamento soffocante che c’è qui. Siamo così una sull’altra che molte di più così potranno sentire la Bibbia, quando la leggeremo”. Poi mi guardò aspettando: “Corrie, non ringrazi?”. “Si, Signore, grazie per l’affollamento orribile che toglie il fiato…”. “Grazie - continuò Betsie con serenità - per le pulci che ci mangiano vive… e per…”. Le pulci! Questo era troppo! “Betsie, nemmeno Dio può farmi ringraziare per le pulci!” - dissi. “Ringraziate in ogni circostanza, è scritto! - disse Betsie - non è detto: nelle circostanze piacevoli. Le pulci sono una parte del luogo che Dio ha preparato per noi”. E così noi quella sera ringraziammo per le pulci, ma questa volta io ero sicura che Betsie sbagliava.

La notte era un tormento in quell’inferno: urti, schiaffi, litigi. Nel buio sentii Betsie che mi toccava: “Signore Gesù - disse forte - manda la Tua pace in questo luogo. Qui c’è stata troppo poca preghiera. Anche i muri lo sanno. Ma quando Tu arrivi, o Signore, lo spirito di divisione e di odio se ne va”. Il cambiamento avvenne a poco a poco, ma avvenne. Una dopo l’altra le grida piene di odio si spensero. “Io sono stata abbastanza qui al centro del letto, ora vieni tu che hai preso il freddo della finestra, qui fa più caldo…” disse una donna ad un’altra. E dopo un po’ un’altra disse qualcosa di scherzoso, si rise persino. Con la schiena sulla paglia fetida, io capii che c’era un’altra cosa per cui potevo ringraziare: che Betsie era arrivata nella baracca numero 28”.

Ad una visita medica, Betsie è assegnata ad un gruppo che lavora a rammendare calze. Corrie invece è inviata ai lavori pesanti. Una sera Corrie, tornando, incontra Betsie tutta felice. “Perché sei contenta?” le chiede. “Perché oggi ho scoperto perché siamo tanto libere nella baracca, possiamo leggere la Bibbia quasi in continuazione e nessuno viene a controllare. Sai perché? Perché le sentinelle hanno paura delle pulci, non entrano i controlli perché non vogliono caricarsi di pulci. Hai capito ora che dovevamo ringraziare Dio anche per le pulci?”.

Betsie muore nel campo di sterminio, ma Dio vuole che Corrie la possa vedere ancora: il suo volto era trasfigurato come quello di un angelo. Aveva sofferto tanto e aveva cambiato con la sua presenza, con il suo amore, con la sua preghiera, tutto il clima della baracca 28. Un giorno Betsie era stata fustigata con lo scudiscio, da una carceriera, perché non riusciva a stare in piedi. Corrie si precipitò a difenderla e guardava piena di rabbia. Ma Betsie le disse: “Corrie, non guardare a me, guarda a Gesù Cristo!”. Davanti alla crudeltà delle carceriere tedesche, quando fischiava lo scudiscio di cuoio, Betsie diceva a Corrie: “Cosa faremo per questa povera gente, quando tutto sarà finito?”. Non parlava dei prigionieri, parlava dei carcerieri: “Faremo una grande casa per loro, per servirli, per amarli. Prega tutti i giorni per questo: è per dimostrare loro che l’amore è più grande dell’odio”. Poi, man mano che il suo fisico si indeboliva, il suo sogno si arricchiva sempre di più: “Corrie, la casa sarà bella, con grandi finestre, giardini e fiori, tanti fiori! Dio l’ha già preparata!”. E il sogno si avverò. Finita la guerra una famiglia benestante d’Olanda mise a disposizione di Corrie un castello meraviglioso per creare l’opera per i profughi tedeschi, i loro persecutori dei campi di sterminio.

Questa storia  è la dimostrazione dell’onnipotenza della preghiera. Se la preghiera è capace di questi miracoli, dobbiamo dire che il dono più grande che Cristo ci ha fatto è stato quello di insegnarci a pregare.

Teniamo bene a mente queste parole: “Siate lieti sempre, pregate continuamente, ringraziate in ogni circostanza: perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù” (Prima Tessalonicesi 5,14-18).

3 commenti:

  1. Letto adesso la storia di Betsie e Corrie:
    voglio amare di più la Bibbia e ringraziare il Signore per la Parola che Lui ci dona in ogni circostanza della nostra vita e che io spesso non leggo e non medito!!!

    RINGRAZIARE SEMPRE....
    sì, è vero, abbiamo tutti e in ogni circostanza qualcosa per cui ringraziare, e spesso anche le circostanze più assurde, quelle per cui sembra impossibile rigraziare, facendo quest'atto di sottomissione cambiano, si trasformano, ci trasformano, e cambiano il nostro sguardo sul quel fatto, su quella persona!

    Lo sterminio nazista:
    ho provato a spiegare ai miei bimbi, non riuscivano a capire...
    neppure io riesco...
    è giusto ricordare, ma personalmente questo ricordo mi manda in crisi: LA BESTIA (col rispetto per gli animali che non arrivano mai a tanto) UMANA fino a quanto può arrivare?
    Questa "creatura" creata a Sua Immagine e somiglianza come può compiere tanta cattiveria su migliaia di fratelli, uomini, donne bambini?

    Mi fermo qui, non troverò mai risposta su questa terra....

    a tutti...Cate

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