sabato 30 gennaio 2016

E Family day sia!!!

Avrei voluto essere al Circo Massimo il 30 gennaio...
Avrei voluto svegliarmi presto, salire sul pullman o treno o auto, partire e arrivare a Roma...
Avrei voluto essere lì con Mario, con Monica, con Francesca, che vedete qui in un selfie...


Invece non è stato possibile...mi son svegliato presto, son salito in macchina e ho fatto il solito giro di consegne...
Però...si, perché c'è un però!!!
Dicevo, però mi sono svegliato sentendomi pronto a dare battaglia.
Ma a chi???direte voi!
Ero pronto con la Bibbia nella mano destra, la Corona del Rosario nella sinistra e circondato da uno scudo: Gesù.
Ho organizzato un Rosario tutto rivolto alla famiglia ed ho trovato un più che valido appoggio in Don Tarcisio.
Fino alla fine ero indeciso: adesioni poche, però mi sentivo di doverlo fare.
Io faccio molta fatica a pregare da solo...mi deconcentro e spesso cado nella preghiera "parolaia", come la chiamava Padre Andrea Gasparino.
E in questa giornata, anche se un ora solamente, dovevo unirmi in preghiera come si deve!!!
Ho portato anche Filo e Gio: e Family day sia!
Appena fuori della piccola Cappella del Bufalini trovo Amilcare (non me lo aspettavo!!!) e dentro Paola...e altre persone che non conosco.
Sono andato per recitare una decina e per leggere le riflessioni preparate da Don Tarcisio: la meditazione del Mistero, alcuni tratti dal discorso di Papa Paolo VI sulla Famiglia di Nazareth, una riflessione del Rinnovamento nello Spirito Santo.
Il Messale è aperto nelle letture della Domenica. Metto il foglietto sulla sinistra e mi cade l'occhio nella pagina sinistra in alto: sono le ultime due righe della prima lettura...
Geremia 1,19 "Ti faranno guerra ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti."...penso alla famiglia e mi spunta un sorriso dal cuore. Grazie Gesù!!!
Con lo scorrere dei minuti arriva qualcun'altro e Francesca...
Alla fine del Rosario e della Messa, mi sono sentito bene. Mi sono sentito a Roma assieme a Mario, a Monica, a Francesca e a tutte le famiglie presenti.
Mi sono sentito assieme a tanti che avrebbero voluto andare ma che non hanno potuto.
Mi sono sentito assieme alle donne e ai loro mariti in sala parto, alle neo mamme e ai loro mariti appena usciti dalla sala parto.
Mi sono sentito assieme anche a "guarda quel vecchietto e quella vecchietta che si tengono per mano...come sono cariniiii...chissà da quanto sono sposati!".
Beh, chissà se gli altri hanno sentito la stessa cosa???
Ricordiamo a tutti che la Preghiera può fare miracoli!!!!!

La Parola di giovedi' 28 gennaio 2016

Giovedi   sera , come tutti i giovedi , ci siamo ritrovati nella saletta del seminario di Cesena ,   per   pregare, lodare e ringraziare Gesu' , per i doni   ricevuti durante la settimana , abbiamo poi   cantato invocando  lo Spirito Santo    affinche'  il fuoco del suo Amore  venisse nei nostri cuori , per trasformarci , consolarci perdonarci,curarci   le ferite dei nostri cuori   con il suo balsamo d'Amore e donarci   la sua Pace  la sua Gioia. Abbiamo poi letto  e  meditato  la Parola di Gesu' , tratta dalle lettere  di San Paolo ai colossesi .
  
19 Poiché in lui si compiacque il Padre di far abitare tutta la pienezza
20 e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della croce d’esso; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli.
21 E voi, che già eravate estranei e nemici nella vostra mente e nelle vostre opere malvage,
22 ora Iddio vi ha riconciliati nel corpo della carne di lui, per mezzo della morte d’esso, per farvi comparire davanti a sé santi e immacolati e irreprensibili,
23 se pur perseverate nella fede, fondati e saldi, e non essendo smossi dalla speranza dell’Evangelo che avete udito, che fu predicato in tutta la creazione sotto il cielo, e del quale io, Paolo, sono stato fatto ministro. 
Queste sono le parole  di San Paolo , che ci dice   che Dio Padre  , ci ha donato suo figlio Gesu' Cristo  , sacrificandolo  con la  morte sulla croce , versando il suo sangue benedetto , per   riscattarci dal peccato , e dalle opere malvagie , ci ha riconciliato a Se'  per mezzo del corpo  del suo  figlio prediletto  per farci  comparire  davanti a se  santi e immacolati . 
  
  Rifflettendo mi viene da pensare , ma quanto grande  è stato l'Amore del Padre ,per  noi   poveri peccatori  e malvagi , per averci  fatto  degni  di questo grande dono  del suo  figlio , e facendole   patire una morte cosi' atroce  quella della crocifissione ? Ne siamo   stati veramente degni   di questo grandissimo dono ? .  cosa facciamo   noi per meritarci tanto Amore ??'  Rifflettiamo  su questa cosa  e ogni volta   che  cadiamo nel peccato  pensiamo  a Gesu' , alle sue ferite , e ai chiodi  conficati alle sue mani e ai suoi piedi . 
Perdonaci  Gesu'   per tutte le volte , che    riapriamo queste tue ferite , con il peccato .

domenica 24 gennaio 2016

Preghiera di Effusione - 20 dicembre 2015

Quando Francesca mi chiese se volevo fare l'Effusione, risposi “Certo!”.
Poi mi disse che il giorno sarebbe stato il 20 dicembre e io dentro la mia testa pensai dritto dritto: “Ma è fuori di testa!? C'è di mezzo l'inizio del Giubileo, le festività natalizie...preparazione, ricerca dei regali di Natale da fare, ecc. ecc. ecc!!! Mah!!!”.
Per fortuna l'ho pensato solamente, perchè mi rendo conto adesso che è stato il giorno migliore che potesse scegliere! Vi spiegherò perchè.
E così è arrivato anche per noi il giorno della “Effusione”...tra poco tempo passeremo da “effusionandi” a “effusionati”!!!
Non so se aspettarmi qualcosa o nulla.
Ma una cosa di sicuro la so: quella che da oggi la mia vita cambierà...perchè è quello che desidero e perchè forse, in fondo so pure che mi ci vuole una spinta per “rompere”.
E questa spinta mi può arrivare solo dallo Spirito Santo!
Nelle ultime settimane sono stato molto impegnato nel lavoro ma stanotte, nonostante la stanchezza, non ho dormito molto: ero pensieroso...no...ero ansioso...no...ero scalpitante...no...mi sa che ero tutte e tre assieme!!!
Mi sveglio giust'ora, in macchina ho già caricato la pasta secca da preparare per il pranzo, parto, arrivo. Insomma una domenica normale!?

No, questa è una domenica speciale.
Siamo 7 neo effusionandi: Alessandro, Amilcare, Corrado, Costantino, Davide, Graziano e io.
Tutti maschi: e dicono che non è mai capitato!
Facciamo Preghiera Comunitaria con tanti bei canti.

Per l'occasione ci sono venuti a trovare: Chiara, Cristina (sorella di Chiara) e Leo (il babbo) del gruppo di Casale di Rimini.
Io non so dove, ma Chiara mi sembra di averla già sentita parlare (che l'abbia sognato?? Non mi pare!). Riconosco anche il tono di voce e la cadenza!!
Comunque Chiara porta la sua bella testimonianza...fa la sua bella catechesi.. solo che...
ahhhhh....sono talmente preso dalle parole che non ho scritto quasi niente!!!
Ma Chiara la ascolto bene e ogni parola che esce dalla sua bocca mi entra dentro e mi provoca sensazioni molto forti. Ogni tanto i miei occhi si bagnano …

Poi è il momento del pranzo: passiamo nel reparto cucina dove mi diverto assieme e Costantino, Rosanna, Maria, Gianni, Nadia...siamo in tanti...una bella Crew come si direbbe nel gergo street-dance!!!
Al termine ci spostiamo in Chiesa, dove facciamo insieme Adorazione e poi ci apprestiamo a ricevere l'Effusione.

Il momento culmine della giornata era arrivato...vedo la Franci spuntare dalla porta...si avvicina e mi sussurra “vieni”.
La seguo: trovo in un corridoio Graziano e Corrado seduti...sembrano nella sala di attesa del medico!!!
Li lascio li, io devo andare da un altra parte...entro in una stanza dove mi attendono quattro grandi sorprese: Angela, Caterina, Francesca e Giovanna.
Io non so chi ha creato questi gruppi e come sono stati scelti gli abbinamenti con gli effusionandi ma nel mio caso...boh...non so neanche come descriverli!!!
Cioè, per dire, ognuna di queste “madrine” … cioè, insomma, se avessi dovuto scegliere io avrei scelto: Angela, Caterina, Francesca e Giovanna!!!
Penso di aver detto tutto!!
E' una sensazione strana quando ricevi l'Effusione, e ancor più strano è sentire le preghiere su di te: prima fuori e poi compenetrare all'interno e rivoltarti le viscere fino a farti scoppiare di lacrime, gioia, un mix di sensazioni indescrivibile.
E mentre le preghiere agivano dall'esterno verso l'interno, ho sentito un calore che da dentro partiva e andava verso l'esterno. Probabilmente sarò stato rosso come un peperone, con gli occhi bagnati e rossi come quando sbucci una cipolla...ma avevo una gioia immensa per aver vissuto quei momenti.
Al termine mi hanno dato un piccolo cuscino con sopra Gesù Bambino e dietro un cartoncino con scritta la citazione: Colossesi 4,2-3
E per ultime due parole: Pazienza e Perseveranza...boh...non mi ricordo...che le abbia dette io???!!!
Mi sono alzato e mi sono sentito, devo dire la verità, amato...ho abbracciato tutte le mie care madrine, non una ad una, ma un abbraccio unico. Mi è venuto di fare così: “un sol Corpo, un solo Spirito saremo”.
E così oggi mi ricredo per quel giorno scelto: 20 dicembre 2015. In un periodo così pieno di impegni per tutti, noi eravamo nati a Nuova Vita, a pochi giorni dal Natale.
Mi sono sentito nascere proprio a fianco di Gesù...ecco perchè oggi per me è stato il giorno perfetto.
Grazie...
Grazie alle mie “madrine” che sono speciali...
Grazie a chi mi ha sostenuto in questo inizio del cammino...
Grazie a chi non mi ha contrastato fidandosi di me...
Un grazie anche a me che sono di testa dura, perchè se non lo ero a quest'ora probabilmente non conoscevo il Gruppo Divina Misericordia di Cesena...
Ma grazie soprattutto a Dio perchè esiste!!!
E da oggi Vita Nuova...





giovedì 21 gennaio 2016

La Preghiera di Ringraziamento

Piccola prefazione: mi scuso per il post eccessivamente lungo ma non potevo tagliare la storia!!!

A volte riesce difficile la Preghiera di Ringraziamento: è molto più semplice pregare per chiedere qualcosa a Dio.

E in molti non capiscono neanche cosa voglia dire ringraziare Dio".

Generalmente si ringrazia Dio per una cosa buona: grazie Signore perché ho un bel lavoro...Grazie Signore perché avevo il mal di testa da una settimana e adesso non l'ho più...grazie Signore perché mio figlio è stato promosso... ecc...ecc...

Ma ringraziare Dio è molto di più...

Siamo nel maggio 1940, quando l'Olanda viene invasa.
La famiglia Ten Boom è una famiglia di orologiai olandese, costituita ormai dal vecchio padre e dalle due sorelle Betsie e Corrie: è una delle famiglie protestanti dove la vita di carità è tutto. 
Corrie Ten Boom

Quando la Germania inizia la caccia all’ebreo, i Ten Boom aiutano i perseguitati ebrei. Giungono ad avere in quelle strette camere nascoste fino a nove rifugiati che mantengono, difendono, aiutano a rischio della vita.

Ma un traditore li vende. Sono tutti arrestati, è il 28 febbraio 1944.
Sopra un autocarro che li porta in prigione, un ufficiale grida: “Vecchio, potrai morire nel tuo letto se mi dai parola di saperti comportare bene”.
Ma il vecchio padre rispose in tutta tranquillità: “Se vado a casa oggi, domani aprirò nuovamente la mia porta a chiunque bussi in cerca di aiuto”. Morirá in prigionia.

Betsie e Corrie sono deportate nel lager femminile di Ravensbruck, in Germania: 35000 donne di tutte le nazioni, ne muoiono 500 al giorno ...
Vengono ammassate sotto un’enorme tenda, aperta ai lati, dove c’è della paglia putrida, piena di pidocchi.
Dopo tre giorni suona una sirena: tutto ciò che portano addosso deve essere consegnato alle sentinelle poi, procedendo più avanti, ognuna deve mettersi nuda e passare sotto la doccia fredda; di là viene consegnato a ognuna un sottile vestito da prigioniera e un paio di scarpe. Corrie e Betsie hanno un solo pensiero: come salveranno la loro Bibbia? È la loro unica ricchezza. Per tutta la prigionia è stata la loro forza e la forza delle loro compagne di sventura.
Corrie pregò così: “Signore, tu ci hai dato questo libro prezioso, l’hai tenuto nascosto a tanti controlli e a tante ispezioni, l’hai usato per salvare tante prigioniere dalla disperazione, salvalo ancora questa volta”. La Bibbia può trovare un nascondiglio sotto delle vecchie panche e miracolosamente si salva. “Ci avevano spogliate di tutto ma noi ci sentivamo molto ricche. Avevamo salvato la Bibbia... Dal mattino fino a quando spegnevano le luci, quando non eravamo a lavorare o in fila per gli appelli, la nostra Bibbia era il centro di un cerchio che si ingrandiva sempre di più per dare a tutti aiuto e speranza. Noi eravamo come naufraghi intorno ad un fuoco, e scaldavamo il cuore con la Parola di Dio. Qualche volta tiravo fuori la Bibbia dal suo piccolo sacco e le mani mi tremavano, tanto era grande il mistero di quel libro. Le sue parole mi sembravano nuove, come se fossero state scritte da poco. Qualche volta mi meravigliavo persino che l’inchiostro fosse già asciutto. Ho sempre creduto alla Parola di Dio, ma la fede di allora non aveva confronti con la fede di prima o di adesso”.

La destinazione alla baracca 28 è un inferno. Le finestre sono coperte da stracci, la paglia marcia manda una puzza orribile. È una baracca capace di 400 persone, ma vi sono ammassate 1400 donne.

I letti sono costituiti da sporchi tavolati a tre piani: un piano è così basso rispetto all’altro che non si può star seduti, bisogna infilarsi strisciando; ogni tavolato è per quattro persone, ma vi sono alloggiate nove carcerate. Corrie bisbiglia a Betsie: “È tutto un vortice di pulci!”. Ma Betsie non sente, prega. Dice sottovoce così: “Signore, mostraci, mostraci come dobbiamo fare per resistere”.
“Corrie - dice alla fine Betsie - Lui ci ha dato già la risposta. Ce l’aveva data prima che chiedessimo, come sempre. È nella pagina della Bibbia che abbiamo letto stamattina. Tira fuori la Bibbia, rileggi!”. Corrie racconta: “Guardai che nessuna sentinella vedesse, poi tirai fuori la Bibbia dalla sacchetta. Era nella 1aLettera ai Tessalonicesi: “Confortate chi ha paura, aiutate il debole, siate pazienti con tutti. Guardate che nessuno di voi ripaghi il male con il male, ma cercate sempre di fare il bene vicendevolmente”. Sembrava scritto per il campo di sterminio di Ravensbruck. Ma Betsie disse: “Va’ avanti, c’è altro ancora”. “Siate lieti sempre, pregate continuamente, ringraziate in ogni circostanza: perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù”. “Ecco – disse Betsie – ringraziare in ogni circostanza! Questo è quello che possiamo fare. Noi possiamo cominciare subito a ringraziare per ogni singola cosa della nostra baracca”. Io la guardai, poi guardai intorno allo stanzone buio e soffocante. “Come?” chiesi io. “Prima di tutto che siamo messe insieme e non siamo divise”. Mi morsicai le labbra e dissi: “Oh sì, Signore Gesù!”. “Poi ringrazia di quello che tieni in mano”. Io guardai alla mia Bibbia: “Si, grazie Signore che non c’è stata nessuna ispezione prima di entrare qui dentro. Grazie per tutte le donne che qui in questa baracca incontreranno Te attraverso queste pagine”. “Si - aggiunse Betsie - ti ringrazio Signore per l’affollamento soffocante che c’è qui. Siamo così una sull’altra che molte di più così potranno sentire la Bibbia, quando la leggeremo”. Poi mi guardò aspettando: “Corrie, non ringrazi?”. “Si, Signore, grazie per l’affollamento orribile che toglie il fiato…”. “Grazie - continuò Betsie con serenità - per le pulci che ci mangiano vive… e per…”. Le pulci! Questo era troppo! “Betsie, nemmeno Dio può farmi ringraziare per le pulci!” - dissi. “Ringraziate in ogni circostanza, è scritto! - disse Betsie - non è detto: nelle circostanze piacevoli. Le pulci sono una parte del luogo che Dio ha preparato per noi”. E così noi quella sera ringraziammo per le pulci, ma questa volta io ero sicura che Betsie sbagliava.

La notte era un tormento in quell’inferno: urti, schiaffi, litigi. Nel buio sentii Betsie che mi toccava: “Signore Gesù - disse forte - manda la Tua pace in questo luogo. Qui c’è stata troppo poca preghiera. Anche i muri lo sanno. Ma quando Tu arrivi, o Signore, lo spirito di divisione e di odio se ne va”. Il cambiamento avvenne a poco a poco, ma avvenne. Una dopo l’altra le grida piene di odio si spensero. “Io sono stata abbastanza qui al centro del letto, ora vieni tu che hai preso il freddo della finestra, qui fa più caldo…” disse una donna ad un’altra. E dopo un po’ un’altra disse qualcosa di scherzoso, si rise persino. Con la schiena sulla paglia fetida, io capii che c’era un’altra cosa per cui potevo ringraziare: che Betsie era arrivata nella baracca numero 28”.

Ad una visita medica, Betsie è assegnata ad un gruppo che lavora a rammendare calze. Corrie invece è inviata ai lavori pesanti. Una sera Corrie, tornando, incontra Betsie tutta felice. “Perché sei contenta?” le chiede. “Perché oggi ho scoperto perché siamo tanto libere nella baracca, possiamo leggere la Bibbia quasi in continuazione e nessuno viene a controllare. Sai perché? Perché le sentinelle hanno paura delle pulci, non entrano i controlli perché non vogliono caricarsi di pulci. Hai capito ora che dovevamo ringraziare Dio anche per le pulci?”.

Betsie muore nel campo di sterminio, ma Dio vuole che Corrie la possa vedere ancora: il suo volto era trasfigurato come quello di un angelo. Aveva sofferto tanto e aveva cambiato con la sua presenza, con il suo amore, con la sua preghiera, tutto il clima della baracca 28. Un giorno Betsie era stata fustigata con lo scudiscio, da una carceriera, perché non riusciva a stare in piedi. Corrie si precipitò a difenderla e guardava piena di rabbia. Ma Betsie le disse: “Corrie, non guardare a me, guarda a Gesù Cristo!”. Davanti alla crudeltà delle carceriere tedesche, quando fischiava lo scudiscio di cuoio, Betsie diceva a Corrie: “Cosa faremo per questa povera gente, quando tutto sarà finito?”. Non parlava dei prigionieri, parlava dei carcerieri: “Faremo una grande casa per loro, per servirli, per amarli. Prega tutti i giorni per questo: è per dimostrare loro che l’amore è più grande dell’odio”. Poi, man mano che il suo fisico si indeboliva, il suo sogno si arricchiva sempre di più: “Corrie, la casa sarà bella, con grandi finestre, giardini e fiori, tanti fiori! Dio l’ha già preparata!”. E il sogno si avverò. Finita la guerra una famiglia benestante d’Olanda mise a disposizione di Corrie un castello meraviglioso per creare l’opera per i profughi tedeschi, i loro persecutori dei campi di sterminio.

Questa storia  è la dimostrazione dell’onnipotenza della preghiera. Se la preghiera è capace di questi miracoli, dobbiamo dire che il dono più grande che Cristo ci ha fatto è stato quello di insegnarci a pregare.

Teniamo bene a mente queste parole: “Siate lieti sempre, pregate continuamente, ringraziate in ogni circostanza: perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù” (Prima Tessalonicesi 5,14-18).

mercoledì 6 gennaio 2016

IL SORRISO DEI MIEI BIMBI - La storia di Barbara Olivi

Ultimamente penso di avervi stressato e non poco cercando di mettere in primo piano i bambini: aiutiamo i bambini meno fortunati, il mio “no” verso l'aborto, verso l'utero in affitto, ecc. ecc.
Per spiegarvi il motivo vi racconterò una storia. Anzi per cominciare vi faccio vedere una foto di qualche anno fa.

Cosa notate in questa foto? Guardate bene...non soffermatevi su me, su dove sono...
Avete notato gli occhi di quel bambino? Di quei bambini? Hum...forse dalla foto non si vede...ma li ho visti io!!!

Quel bimbo non ha un padre: non l'ha perso...lui, suo babbo, non l'ha mai visto...lui in famiglia ha solo sua mamma, al massimo sua nonna...ma non ha nessun riferimento maschile. Suo babbo ha abbandonato la famiglia, probabilmente è morto in qualche sparatoria, chissà...
E come lui, tutti gli altri bambini che sono li...

Era il 2005, ero in Brasile con Mary, Filippo e Giovanni che aveva un anno e qualche giorno. Avevamo raccolto qualche soldino, non tanti, erano poco meno di 200 euro, e volevamo affidarli a qualcuno a Rio de Janeiro che sapesse come usarli.
Pensavamo ad un sacerdote...ma non avevamo contatti...eravamo nelle mani di Dio.
E Dio c'è venuto in aiuto.

Dovevamo andare al Consolato Italiano per trascrivere delle pratiche. In sala d'attesa c'erano delle riviste e sfogliandone una, salta fuori la storia di Barbara Olivi.
Era la persona che cercavamo. 
Abbiamo preso il telefono, chiamato e il giorno dopo eravamo nella favelas più grande dell'america latina: Rocinha.
E siamo andati tutti, compreso Filippo e Giovanni.


Barbara ci aspetta alla fermata del bus. La prima cosa che colpisce di Barbara è il suo sorriso: contagiante, immenso, bello. Assieme a lei c'è Julio, che dopo qualche anno è diventato suo marito.
Il “sorriso dei miei bimbi” è il nome della Onlus che lei ha creato. A Rio de Janeiro, Barbara è arrivata nel 1998, lavorando nel settore del turismo. Poi decide di fermarsi stabilmente in Brasile con la voglia di dare un significato più profondo alla propria vita.
Scopre Rocinha e in questa baraccopoli immensa, fra miseria e violenza, in disastrose condizioni igienico-sanitarie, Barbara entra in contatto con la vera realtà dei “meninhos de rua” (bambini di strada).
E' Barbara a raccontarci la sua “avventura”. Dice che all'inizio è stata dura: tutti la guardavano male, la “gringa italiana” che decide di vivere in una situazione di disagio e degrado sociale per far nascere un progetto sociale.
A volte ha avuto paura: togliere un bambino dalla strada significa andare contro i narcotrafficanti che possono “usare” quello stesso bambino come vedetta, come “postino”, o come spacciatore.
Poi con il tempo è riuscita a conquistare fiducia, prima nelle mamme, poi nella gente della favelas e con il tempo anche con i narcotrafficanti: inteso che la lasciano fare e hanno capito che lei non nuoce a loro!!!
E' una bella storia, quella di Barbara: una storia da imitare...

Barbara ci fa salire nella favelas, tra viottoli strettissimi, sporchi, con porte e gente che esce da ogni luogo, ci dice “quelli sono i ragazzi che hanno appena contattato i narcos che voi siete con me...non guardateli!”...e saliamo, saliamo, saliamo...
Rocinha è letteralmente aggrappata ad un ripido monte roccioso, il Monte Dois Irmão e per arrivare dove lei ha costruito un asilo bisogna letteralmente scalare questo monte!!!
E pensare che per costruirlo hanno dovuto portare su mattoni e cemento e sabbia a braccia!!!


Arriviamo col fiatone, ma già il panorama è sorprendente. Sotto di noi di staglia l'oceano e una delle spiagge più belle di Rio...ma non siamo venuti per questo.
Entriamo nel piccolo asilo, dove tanti bimbi piccoli letteralmente mi assaltano...Mary la guardano, si...i miei bimbi li guardano, si...ma si buttano su di me: cos'ho di speciale?? Boh?? Saranno i capelli biondi??

La risposta mi arriva senza chiederlo da Barbara: per ognuno di loro è come vedere il babbo! Una risposta scioccante...fanno quasi a gara per starmi in braccio.


Sono passati più di 10 anni da quel giorno e ancora mi ricordo gli occhi di quei bambini...è bastato così poco per farli felici...non avevamo portato niente, solo sorrisi!!!

domenica 3 gennaio 2016

Seminario Vita Nuova - lo Spirito Santo e i Carismi

Oggi, 3 dicembre 2015, c'è Etienne.
Etienne Niemants è il delegato nazionale Area Famiglia del Rinnovamento.
Si sistema di fronte a noi, aprendo un leggio di quelli da musica...al che gli chiedo "dobbiamo cantare??".
Gli do un gancio buono per iniziare il discorso.
Ad ognuno di noi è dato un Carisma, un dono. A tale proposito scrive Pietro:
"Ciascuno metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio".
E sempre a tale proposito Etienne dice che ciascuno di noi deve usare il suo Carisma sotto la guida di un solo Maestro: Gesù!!!
Come in un orchestra, non possiamo fare di testa nostra rischiando di essere egoisti e rovinare tutta la musica...seguiamo Gesù, seguiamo i suoi insegnamenti.
Ma cos'è un Carisma? Cerco nel vocabolario la derivazione greca, così come indicato da Etienne e trovo "Il termine greco carisma (χάρισμα, "charisma") deriva dal sostantivo χάρις, "cháris" («grazia»). Quindi i Carismi sono delle vere e proprie grazie che il Signore da ad ognuno di noi.
Ma il dono non diventa, nella fede un tesoro individuale, bensì una fonte di doni. Il credente riceve il carisma per essere lui stesso in grado di dare.
Martin Buber afferma: "Come potrebbe esistere l'uomo se Dio non avesse bisogno di lui, e come potresti esistere tu? Hai bisogno di Dio per esistere, e Dio ha bisogno di te: questo è il significato della vita." cioè, il Signore ha bisogno della tua Santità con il dono che ti è stato dato!
In questo modo ognuno di noi diventa Cristo vivente.
Ma, ok, 'sti carismi...ma...a che cosa servono?
È una domanda lecita: se non so a cosa servono come posso farne uso corretto??
I Carismi sono le armi con le quali i membri del Corpo di Cristo (noi) combattono con il male.
Essi suscitano e accrescono la Fede, chi ha il Carisma proclama la Parola di Dio.
Sono utilizzati in collaborazione tra Dio e l'uomo. Si esercitano e si discernano in Comunità.
Per questo i Carismi non sono riservati ai supersanti...nooooo...i Carismi sono per tutti!!!
Non è una questione di capacità ma di abbandono a Dio, alla sua volontà.
Anche Etienne parla di "io" come membro del Corpo di Cristo, ma lo fa a modo suo:
Ognuno di noi è un fiore, ed è bello di per sé. Ma vuoi mettere regalare un fiore con un bel mazzo intero???
Parlando di Carismi, Etienne fa un chiaro riferimento al battesimo.
Infatti come nel Battesimo, anche i Carismi sono legati a:
Profezia
Regalità
Sacerdotale
Magari in un altro post parlerò di queste tre funzioni a cui tutti noi battezzati siamo tenuti.
Per ricevere questi Carismi, dobbiamo desiderare la pienezza di Dio, la Comunione con Dio, dobbiamo essere come Maria, protesi verso Dio.
Finiamo la catechesi con il segno: una anfora piena di acqua.
L'anfora ricorda il primo miracolo di Gesù: le nozze di Cana.
"...chi ha sete beva in me..."
Grazie a Etienne e come sempre a chi l'ha invitato.